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Ingredienti:
1,200 Kg di semola di grano duro
50 g di lievito
5 acciughe salate, diliscate e ridotte a pezzetti
300 g di ricotta fresca di pecora setacciata
strutto abbondante (le crispelle dovranno galleggiare) sale
Preparazione: entro una bacinella di ceramica o zuppiera impastate la semola con acqua calda,
moderatamente salata, assieme al lievito. Impastate con le mani a lungo, con acqua abbondante,
che non ci sia nessun grumo. Otterrete una pasta sofficissima, al limite dello stato liquido,
che coprirete con una coltre di lana ripiegata, per lasciarla lievitare almeno tre ore.
Preparare, accanto alla padella dai bordi alti per figgere, un piatto con le acciughe diliscate,
ridotte a pezzetti da tre-quattro centimetri e un altro piatto con la ricotta fresca setacciata.
Avvicinare il recipiente con la pasta lievitata e munirsi, vicino, di un altro recipiente
colmo d’acqua, in cui,
necessariamente, il cuciniere dovrà bagnare la mano destra, una volta che ha abbandonato
la pasta farcita nello strutto bollente della padella.
Con rapido gesto, se si vogliono ottenere crispelle d’acciuga, prendere un pezzetto d’acciuga con
la sinistra, mentre la destra si tuffa nella pasta per ritirarne un pezzetto di circa trenta-quaranta
grammi. Con tutt’e due le mani manipolare celermente la pasta, dando una forma allungata, affinché
copra completamente il pezzetto d’acciuga, che deve rimanere, celato, al centro: quindi lasciar
cadere la crispella, così formata, entro il padellone. La pasta, a contatto col liquido bollente,
istantaneamente s’increspa, donde il nome, ed è pronta quando assume un bel colore dorato compatto.
Viene estratta con un lungo remaiolo fatto di cerchietti di metallo concentrici. Alle crispelle
farcite con la ricotta viene data una forma rotonda, ma friggono contemporaneamente e poi si
mettono, fumanti, a sgocciolare nell’apposito recipiente. Poi, ancora caldissime, solo quelle
con la ricotta, a richiesta, possono essere spolverizzate di zucchero. Vengono trasportate
a chili nei grandi cartocci di carta gialla da pasta. Per una compatta doratura le crispelle
vanno fritte due volte.
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